«Questo saggio è una dichiarazione d’amore per lui e le sue pellicole, come Manhattan lo è per New York. E, così come il regista non può fare a meno della propria città, io non posso fare a meno dei suoi film. Del resto, l’ho sempre detto: senza i Beatles, la filosofia e Woody Allen, la mia vita sarebbe diversa.
E peggiore.»
L’amore per Woody Allen inizia intorno ai 17 anni guardando “Io e Annie”. Olga Lumia era un’eccezione tra i suoi coetanei, che di Allen non conoscevano neanche un film. Di lui ormai sa tutto, i suoi film, la sua vita privata, i suoi piccoli vizi. Per lei è una sincera venerazione.
L’idea e la scrittura di “W come Woody” nascono nel 2015 dopo il loro incontro a New York: Woody Allen si esibiva con il suo clarinetto e alla fine del concerto, circondato dal pubblico, si è avvicinato ad Olga che lo chiamava come fosse un amico di vecchia data. Lui flemmatico, gentile come sempre, scrive Olga Lumia nell’introduzione, si è avvicinato. Dopo aver citato per anni le sue battute e i suoi film, grazie a quell’incontro l’autrice ha deciso che era arrivato il momento di scrivere un libro su di lui.
Ecco che nasce “W come Woody” pubblicato dalla casa editrice indipendente Edizioni Leima, un dizionario che analizza film per film le principali tematiche ricorrenti nelle pellicole, muovendosi tra filosofia, psicoanalisi e letteratura. Tema per tema, Olga Lumia affronta e indaga tutti i film per recuperarne l’essenza ultima, il messaggio, le ossessioni di Woody Allen come quella del “desiderio”. Un tema che ricorre ad esempio in “Midnight in Paris”: «Sì, perché se tu riesci a fare veramente bene l’amore bene con una donna, in quel momento, sconfiggi la morte».
Alla presentazione del libro, alla Feltrinelli di Palermo, a dialogare con Olga Lumia, c’era la psicologa Alessandra Stringi e la giornalista Daniela Tornatore. È significativa la presenza di una professionista come Stringi, perché il cinema di Allen ha un rapporto molto profondo con la psicoanalisi.
«Sono entrata in un rapporto di simbiosi e di empatia con Olga, leggendo il suo libro. Attraverso i film di Woody Allen ha conosciuto tante storie e tanti personaggi, un po’ come me che conosco tante storie per lavoro». Il rapporto tra spettatore e film è di continuo scambio, empatia, risonanza, dice Alessandra Stringi, lo spettatore di identifica in più personaggi e sceglie quale gli piace di più.
Il cinema di Allen è uno schermo empatico, usando le parole di Vittorio Gallese, uno scienziato che ha scoperto i neuroni mirror, che ci permettono di avere una dimensione relazionale di reciprocità, di scambio e di empatia con gli altri, tramite meccanismi di proiezione, identificazione.
Chiede Daniela Tornatore a Olga Lumia, quale tema ti solletica di più dei film di Allen? Sono tanti i temi che ho ritrovato nei suoi film per questo è nato questo “dizionario”. Uno tra questi, è il tema importantissimo delle occasioni perdute. Basti pensare a “Harry a pezzi” in cui un uomo perde un sacco di occasioni perché non riesce a incontrare se stesso, si ritrova imbottito di psicofarmaci aspettando la morte e rifugiandosi nei suoi romanzi.
C’è un film che ami più di tutti? No, li amo tutti, risponde Olga, perché in tutti i suoi film, dal più leggero al più profondo, ci sono delle situazioni portate alle estreme conseguenze che fanno capire quale sia veramente il senso della vita. Ogni film ha qualcosa da insegnare, per questo in “W come Woody” non faccio recensioni dei film ma spiego le tematiche.
Partendo per esempio dalla “A” come Accident: in tutti i film di Woody Allen – si legge nel libro – il “caso” è una componente fondamentale. La vita del protagonista e di coloro che gli ruotano intorno sono sempre in balia dell’inaspettato. Ed è proprio questa imprevedibilità che finisce sempre per definire l’esistenza stessa dei personaggi come in “Take the money and run” (Prendi i soldi e scappa) e “Sleeper” (Il dormiglione).
Qual è il messaggio che vuoi lasciare con “W come Woody”? La mia è una vera dichiarazione d’amore per quest’uomo che è uno dei più grandi geni viventi, che riesce a darci tantissimo. Riesce a farci ridere, piangere, riflettere. Volevo contagiare gli altri con questo mio amore. Per fortuna oggi c’è una grande scoperta del cinema di Woody che prima veniva considerato come un fenomeno di nicchia. Oggi è diventato invece un fenomeno alla portata di tutti grazie ad alcuni film che lo hanno consacrato al grande successo come “Machpoint”.
Quali film consigli per iniziare a conoscere il cinema di Allen? Per me sono cinque i film che raccontano tutto Woody Allen: “Hannah e le sue sorelle”, “La rosa purpurea del Cairo”, “Manhattan”, “Io e Annie” e “Crimini e misfatti”.