Visionari ma non troppo, gli editori di Urban Apnea Edizioni spingono la loro ricerca oltre i limiti del presente, lungo visioni futuristiche e prospettive fantascientifiche. Le loro pubblicazioni riflettono sul tempo che stiamo vivendo, con un occhio a quello che potrà avvenire in un futuro molto prossimo. Credono nel web come strumento culturale e nella lettura digitale come un’alternativa valida che convive pacificamente con il libro di carta (leggi l’articolo sulle nuove uscite). Convinti dispensatori di ebook a titolo gratuito, fino ad ora hanno pubblicato più che altro racconti e narrativa breve, ma sono al lavoro per il loro primo romanzo. Rispondono all’intervista Dario Emanuele Russo e Dafne Munro.
Cosa significa essere una casa editrice indipendente oggi?
«Per noi significa rifugio, stimolo, divertimento, amicizia e soprattutto sperimentazione. Parlando in generale invece non crediamo sia una grande idea, se vuoi fare soldi forse meglio aprire un B&B, o un pub di birre artigianali, soprattutto al sud e in Sicilia. Tuttavia in questi anni sembra che Palermo stia vivendo un periodo florido con tante realtà nuove e realtà più avviate, per lo più tutte diverse tra loro».
Da quale idea è nata Urban Apnea Edizioni e perché la scelta di questo nome?
«L’idea è un po’ quella di tuffarci all’interno di una navicella spaziale che nessuno di noi sa veramente né dove stia andando né dove possa arrivare. Siamo sempre alla ricerca di territori nuovi da esplorare e quando pensiamo di essere approdati in un punto ben preciso, poi ci accorgiamo di essere da tutt’altra parte. Forse questo senso di smarrimento e il desiderio di colmarlo è l’energia che tiene in movimento la navicella e l’essenza stessa di questa ricerca.
Il marchio Urban Apnea esisteva già come logo di abbigliamento, ma pensavamo che avesse all’interno un potenziale artistico e culturale che meritava di essere approfondito, e così è nata la collaborazione».
Il vostro “statuto” parla chiaro: cartaceo e e-book convivono in perfetto equilibrio. Proporre gratuitamente i vostri e-book è una scelta “etica” o un modo per favorire l’approccio del lettore alla lettura digitale?
«Entrambe le cose. Di base il web è una piattaforma di gratuità e noi sposiamo questa idea. Se i quotidiani online, i blog (come il tuo), le riviste culturali, ma anche i video, la musica e qualsiasi espressione artistica e intellettuale online fossero a pagamento, probabilmente oggi il web sarebbe già morto. Ancora in Italia la lettura digitale è vista con sospetto, nel resto d’Europa, negli Stati Uniti e in Giappone sono molto più avanti e alternano le due modalità senza troppi scrupoli. D’altra parte i bambini di oggi imparano a usare un tablet prima ancora di parlare e scrivere. Verosimilmente tra una decina di anni questo conflitto abbastanza miope sarà superato».
Con quale criterio scegliete gli autori da pubblicare? E qual è il testo che ha riscosso maggior successo tra i vostri lettori?
«In linea di massima al momento abbiamo puntato tutto sulla narrativa breve e la nostra linea editoriale segue un’indagine sul nostro tempo e su un futuro molto prossimo. Per esempio nella collana Commons Apnea, di cui al momento fanno parte autori come Robert Silverberg, Kurt Vonnegut, Ken Liu o Lavie Tidhar, cerchiamo di preparare noi stessi e i nostri lettori a quello che potrebbe succedere nel mondo fra qualche anno secondo le visioni di questi artisti di caratura mondiale, e in questo caso il filtro della fantascienza è uno dei mezzi di indagine più efficaci.
I nostri bestsellers, forse dovremmo chiamarli bestdownloader, però sono la giovane palermitana Beatrice Gozzo, con la favola gotica “La luna del Lupo” e il maestro dell’horror metafisico H. P. Lovecraft con il racconto “Il rito”».
Che rapporto c’è tra letteratura e musica? Qual è l’album che rappresenta il lavoro di Urban?
«Fino a oggi abbiamo dedicato 3 libri alla musica. In primi due sono stati scritti da 10 autori per lo più palermitani, tra cui musicisti, dj e critici musicali, come Fabio Casano, Vito Pompeo, Sergio Cataldi e Simone Cappello che hanno selezionato i loro album preferiti dal 2000 a oggi. Il terzo “100. Memory”, è uscito a luglio scorso ed è il libro più sperimentale del nostro catalogo, in cui 100 autori, tra cui i giornalisti Marcello Benfante e Alessia Rotolo, scrittori come Marco Pomar e Ettore Zanca, editor e lettori forti come Beatrice Agnello, Cinzia Orabona, Arcangela Saverino, nonché una valanga di musicisti e artisti, hanno raccontato un ricordo personale collegato al loro disco della memoria per eccellenza.
Se fossimo un album probabilmente saremmo “Yoshimi battles the pink robots” dei Flaming Lips».
Prossimi progetti, nuove uscite, nuove collaborazioni?
«Intanto abbiamo appena confermato la collaborazione con lo sponsor Graal Club Wine Bar, che vanta uno dei migliori aperitivi di Palermo e una selezione di vini di altissimo livello (non sappiamo se possiamo rivelarlo, ma a breve apriranno anche un’enoteca in via Catania!). Massimo e Maurizio sono due persone fantastiche molto attente all’arte, al bello e al buono e con la loro generosità ci permetteranno di regalare i nostri volumi ancora per un anno! Ma la vera novità, dopo anni di racconti e narrativa breve, è che siamo al lavoro sul nostro primo romanzo. Si tratta di un thriller ambientato nel 2036 a Los Angeles scritto da un giovane autore di Atlanta, Georgia: un romanzo travolgente e accattivante che si beve tutto di un fiato. Non vediamo l’ora sia pronto».