In un articolo pubblicato su Wired vengono ripresi i risultati di un gruppo di ricerca dell’Ohio State University secondo cui «L’ascolto di racconti e storie è essenziale per i bambini, per aiutarli a sviluppare un vocabolario più ricco a articolato». I bambini che si approcciano presto ai libri e alla lettura di favole svilupperebbero quindi maggiori abilità cognitive, ma non solo, imparerebbero molti più vocaboli rispetto un bambino la cui famiglia non è abituata a leggergli nessun testo. A credere nell’importanza della lettura fin da piccoli, anzi, fin dalla pancia della mamma, è anche Eleonora Mangano, psicologa siciliana che si occupa di genitorialità, di percorsi di crescita personale e organizza laboratori di lettura creativa per i più piccoli. Immagine dell’articolo a cura dell’illustratrice Mariella Cusumano.
Quanto è importante la lettura per i bambini? Che ruolo ha nell’ambito del loro sviluppo emotivo e sul piano relazionale?
«Leggere è una cosa seria. Leggere con i bambini lo è ancora di più. Leggere a voce alta è una pratica educativa che permette al bambino di sintonizzarsi sull’ascolto attivo, di ascoltare cioè il racconto e di creare connessioni e riflessioni ad alta voce insieme all’adulto che legge. La lettura con i bambini rappresenta infatti un’esperienza creativa che espande il pensiero perché i libri costringono i bambini, ma anche gli adulti, ad uscire da un modo di pensare scontato e ripetitivo e a trovare nuovi modi per raccontare e raccontarsi».
Perché leggere ai bambini? E a partire da quale età?
«Perché non possiamo fare a meno di leggere. Attraverso la lettura, i bambini ampliano e migliorano la conoscenza di se stessi e del mondo circostante, imparano a immedesimarsi nei personaggi, condividendone i pensieri e gli stati d’animo, a esplorare il proprio mondo interiore e a sviluppare l’intelligenza emotiva, la consapevolezza cioè del vissuto emotivo e affettivo proprio e altrui. La lettura ad alta voce con i bambini costituisce, inoltre, uno spunto per un’educazione ai valori e per creare punti di incontro tra le diverse culture, rimandando a innumerevoli analogie e somiglianze tra contesti, luoghi e ambienti tra loro distanti. E in più, rappresenta un’opportunità di legame tra le generazioni (figli, genitori, nonni, studenti, insegnanti). “Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo” (Gianni Rodari)».
Come far amare la lettura e non farla vivere come un “obbligo”?
«Leggere è un esercizio quotidiano che andrebbe coltivato partendo dall’esperienza nella pancia di mamma, passando per i primissimi anni di età e per tutta la vita.
È importante, per stimolare i bambini, leggere a voce alta, tutti i giorni e più volte al giorno. Raccomanderei un’esposizione costante ai libri, in tutti gli ambienti frequentati dai bambini, per far sì che essi possano sempre avere a che fare coi libri, sfogliandoli più e più volte, senza il timore che si sgualciscano, annusando il profumo della carta stampata, ascoltando il rumore delle pagine sfogliate.
Daniel Pennac diceva: “Ci deve essere nella vostra fisiologia di lettore o di lettrice una specie di felicità. Almeno per me è così che tutto è cominciato”. La lettura è una sorta di schema di un comportamento appreso nell’ambiente in cui si vive. I bambini decidono di leggere perché intorno a loro sperimentano un modello stimolante e se all’inizio lo faranno per imitazione, successivamente potranno sperimentare loro stessi il piacere della lettura e coltivare la passione per la lettura».
Perché iscrivere i bambini a laboratori di lettura creativa? E in cosa consistono?
«Il laboratorio è un’attività che si propone di accogliere i bambini e le bambine all’interno di uno spazio in cui sarà possibile per loro ascoltare, commentare, disegnare e rielaborare fiabe che seguono dei fili tematici, lasciando libero spazio alla fantasia e all’immaginazione.
La parola “laboratorio” deriva dal sostantivo maschile labor che in latino vuol dire “lavoro”. Dal punto di vista pratico, un laboratorio prende forma con una serie di attività. Ma quello che un laboratorio può diventare lo si decide nel momento in cui nasce l’idea. Il laboratorio è un’officina delle idee, dove tante idee si incontrano fino a fondersi in una sola che diventa la traccia del laboratorio. Il laboratorio è operosità nel senso del fare tante cose per raggiungere uno scopo finale.
Chi progetta un laboratorio deve avere chiari gli obiettivi che vuole raggiungere, le persone che vuole raggiungere ma soprattutto il risultato finale a cui vuole giungere in compagnia dei partecipanti. I laboratori di lettura creativa sono pensati per far conoscere alcuni albi illustrati che seguono dei fili tematici, sono rivolti ai bambini e tendono all’idea di una lettura attiva e partecipata, dove ogni partecipante può sentirsi parte di un tutto e libero di esprimersi. Ma sono anche e soprattutto laboratori creativi dove fantasia e immaginazione trovano libera espressione attraverso la manualità. Le attività pensate dopo la lettura sono frutto di un lavoro certosino di ricerca e comparazione tra ciò che le storie raccontano e offrono ai lettori/ascoltatori e quello che è immediatamente ripetibile nella realtà circostante, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero. Si tratta di un atto creativo che prende forma attraverso le mani dei bambini che hanno la possibilità di trasformare i personaggi delle storie in oggetti da portare a casa per mettere in scena finali diversi».
Quali testi, da due a tre, consiglieresti ai bambini che iniziano a leggere autonomamente?
«Consiglio gli albi illustrati che ben coniugano al loro interno testo e immagini. Prediligo albi con poco testo e tante immagini che evocano suggestioni e riflessioni appassionate e personali o collettive. Tra i miei preferiti: “Pezzettino di Leo Lionni”, Babalibri, “Il Buco di Anna Llenas”, Gribaudo, “Prima di me” di Luisa Mattia e Mook, Topipittori.
Un bambino che legge, sarà un adulto che… ?
«Un bambino che legge sarà un adulto capace di trovare il suo posto nel mondo con un bagaglio di conoscenze e competenze linguistiche, cognitive, emotive e relazionali a garanzia di un futuro migliore».