È una delle librerie più attive e creative di Palermo, la Modusvivendi ospita le pubblicazioni delle case editrici indipendenti ma anche quelle dei grandi colossi. Il libraio Fabrizio Piazza, che fa questo mestiere da 20 anni, ha imparato a cogliere i cambiamenti, a comprendere il lettore e rispettare i gusti di tutti. L’importante? La qualità e la salvaguardia della bibliodiversità.
Cosa significa gestire una libreria indipendente a Palermo oggi?
«Significa confrontarsi ogni giorno con un mondo che ha subito enormi trasformazioni negli ultimi anni. Ho cominciato a fare questo mestiere 20 anni fa e il mercato editoriale era ancora autosufficiente e in discreta salute, o almeno non in crisi come adesso. L’unica formula che consente la sopravvivenza è quella di costruire attorno alla libreria una comunità di lettori da coinvolgere e stimolare di continuo, con eventi, circoli di lettura, attività che li renda protagonisti. Non ci sono formule magiche purtroppo, la grande distribuzione e Amazon purtroppo reano danni permanenti, per ora si possono solo mantenere le posizioni acquisite».
Mantenere alta l’attenzione è difficile, ma la Modusvivendi ha trovato una sua identità e una cerchia di lettori. Qual è il segreto di un “buon libraio”?
«Il segreto di un buon libraio è comprendere il lettore che ti trovi di fronte, e rispettare i gusti di tutti. Non condivido chi sostiene che si debba per forza leggere per essere migliori, ognuno deve trovare la sua strada. Che poi si decida di promuovere qualcosa a scapito di altro è una scelta che determina in maniera decisa l’identità di una libreria degna di questo nome. Noi proviamo a farlo».
Qual è la tua idea in merito all’editoria indipendente siciliana? Quanto contano i libri “indipendenti” nel panorama dell’editoria?
«Credo che l’editoria indipendente sia fondamentale nella salvaguardia della bibliodiversità. Per evitare l’appiattimento dei grandi gruppi editoriali è necessario che le sigle indipendenti diano voce ad autori e generi che altrimenti non troverebbero mai spazio. Ammiro molto editori come Il Palindromo, Corrimano, RueBallu, VerbaVolant, Mesogea, Glifo, Istituto Poligrafico Europeo, Navarra che pur muovendo da un punto di partenza siciliano pubblicano testi che puntano al mercato nazionale, o con ripescaggi di autori rimossi dalle mode o con la ricerca grafica e la cura del particolare. I libri per bambini realizzati nella nostra terra sono davvero bellissimi».
Avete difficoltà a proporre i libri delle case editrici indipendenti siciliane? Pensi ci sia un pregiudizio di fondo nei confronti di queste pubblicazioni?
«Anche qui è questione di scremare e selezionare. Cerchiamo di evitare gli autori che si autopubblicano e pretendono che il loro libro finisca in vetrina o danno per scontato che venga presentato in libreria (un capitolo che andrebbe trattato a parte…). Noi badiamo solo alla qualità, non importa se l’editore che pubblica sia siciliano o meno».
Qual è il testo più venduto negli ultimi mesi da Modusvivendi?
«Sara Gamberini, Maestoso è l’abbandono, Hacca. Io l’ho votato come libro dell’anno di Fahrenheit. Una voce davvero originale di cui aspetto già con ansia la seconda prova narrativa».
Tre libri (pubblicati da case editrici indipendenti) che consigli assolutamente ai lettori.
«”Memorie di un giovane medico” di Bulgakov tradotto da Paolo Nori (Marcos y Marcos), “Il morto nel bunker” di Martin Pollack (Keller) e “Cosa vedi” di Vanessa Ambrosecchio (Il Palindromo)».