“Kaos“, festival itinerante lungo la provincia agrigentina, nasce da una consapevolezza: la Sicilia ha bisogno di cultura. Abbiamo bisogno di connessioni, incontri, parole, per andare alla scoperta di storie e realtà dell’isola sorprendenti, come quelle delle case editrici indipendenti a cui l’evento vuole dare spazio.
La pensa così Peppe Zambito, direttore artistico della manifestazione che quest’anno si svolge a Canicattì dal 18 al 20 gennaio. “Kaos” è sinonimo di coinvolgimento, di incontri tra persone e autori: la scrittura, dice Zambito, è una cosa seria. E allo stesso tempo, la cultura deve divertire, uscire dalla bolla, abbandonare l’idea di essere una semplice nicchia, per pochi. Nell’intervista, racconta “Kaos” a partire dalle sue origini fino alla nuova edizione, che vede finalisti al premio letterario omonimo i libri di cinque case editrici siciliane: Corrimano Edizioni, Il Palindromo, Edizioni Medinova, Carlo Saladino Editore, Navarra Editore (leggi l’articolo).
Partiamo dal principio, dalle origini: quando e come nasce il festival “Kaos”?
«Nel 2011 ero vicesindaco e assessore alla cultura al Comune di Siculiana, un’amministrazione insediatasi dopo tre anni di commissariamento per mafia, un momento difficile dal punto di vista non soltanto economico, ma soprattutto sociale. L’idea di una fiera del libro e di un concorso letterario come risposta alla rassegnazione e al silenzio in un paese ferito. Un progetto, purtroppo interrotto, che rappresentava la base per la costruzione di iniziative economiche basate sulla valorizzazione del territorio e delle risorse storiche e ambientali. Io ci credevo, molti altri probabilmente no.
Kaos non si chiamava Kaos e non era itinerante. All’epoca non si chiamava Kaos e non era itinerante, lo diventa successivamente quando non essendo più amministratore il progetto non era più gradito, anzi diventa motivo di scontro politico con la solita retorica che ‘con la cultura non mangia’ e via discorrendo. Piuttosto che chiudere l’esperienza (molto positiva), grazie ad un gruppo fantastico di visionari, si trasforma nel “Kaos Festival” itinerante di oggi. Un’idea risultata vincente e avvincente. Sono anni che girovaghiamo come ‘esuli’ per la provincia agrigentina. Ogni tappa è un’esperienza uguale e diversa allo stesso tempo. Abbiamo un atteggiamento di curiosità, ci piace lasciarci contaminare e contaminare i luoghi e le persone che incontriamo, lo facciamo non soltanto con i libri, ma alternando alle conversazioni letterarie importanti momenti artistici con la musica e il teatro; attraverso la scoperta di colori e sapori differenti grazie all’allestimento di mostre e degustazioni delle eccellenze enogastronomiche del territorio, insomma un gran Kaos! Ogni volta la carovana kaotica cresce, qualcuno si aggrega e decide di mettersi in viaggio con noi».
Da quale desiderio e idea nasce il concorso letterario?
«Più che da un desiderio, nasce da una consapevolezza: abbiamo bisogno di cultura. La cultura che non si parla addosso ma che coinvolge, trascina, capace di utilizzare linguaggi diversi per uscire dall’idea di essere nicchia, solo per pochi. La cultura aggrega e che, perché no, fa festa e diverte. Chi produce e fa cultura spesso si chiude nel suo sapere, trasmettendo un’immagine seriosa che allontana, ecco: a noi piace sorridere! Il concorso letterario è un bel pretesto per ‘entrare in contatto’ con editore ed autori. Il tema fondante del concorso è ‘luoghi e personaggi siciliani’, attraverso i libri scopriamo storie e realtà della nostra isola, punti di vista diversi e racconti di bellezza a volte sorprendenti».
Quali sono stati i primi testi vincitori?
«Giacomo Guarneri con “Danlenuàr” (Navarra editore) è stato il primo vincitore della manifestazione. Presidente di giuria Simonetta Agnello Hornby, ruolo che ha svolto per tre anni. Grazie alla sua serietà, onestà, correttezza ha dato un carattere preciso al concorso. Con i libri e gli autori non si gioca, la scrittura è una cosa seria. Ha lasciato il testimone a Giacomo Pilati che ha continuato per un altro triennio a seguirci con la stessa passione e determinazione. Ad entrambi sono legato per affetto e gratitudine. Il presidente in questa edizione è Francesco Pira, che oltre ad essere un caro amico, è uno studioso, giornalista e scrittore appassionato».
In base a quali requisiti scegliete i testi più ‘meritevoli’?
«A questa domanda dovrebbe rispondere la giuria popolare che determina la cinquina dei finalisti e la giuria di qualità che sceglie l’opera vincitrice. Personalmente non me ne occupo, posso soltanto dire con certezza che è un concorso vero che non subisce condizionamenti di nessun tipo. C’è molto rispetto per chi scrive».
Editoria indipendente: qual è la vostra idea in merito? Pensate ci sia un pregiudizio di fondo e che si dovrebbe porre maggiore attenzione verso le realtà indipendenti siciliane?
«Senza gli editori indipendenti siciliani Kaos non esisterebbe! Sono una bella realtà che nonostante tante difficoltà continua a credere con passione ad un progetto culturale. Ci sono editori che ci seguono dalla prima edizione, ho imparato a conoscerli e a comprendere la loro fatica in una terra ricca di cultura ma al contempo chiusa e rassegnata. Ho molto rispetto per loro, fanno uno straordinario lavoro partendo dal basso e riuscendo ad offrire una qualità che talvolta i grandi gruppi non garantiscono preoccupati talvolta più dal ‘mercato’».
Lo scaffale indipendente ha dedicato un articolo ai cinque libri finalisti per la sezione narrativa. Quali sono le motivazioni legate a queste scelte?
«I libri in concorso li leggo sempre successivamente alla manifestazione, sia perché sono costretto a cederli subito alla giuria per la valutazione, sia perché non voglio, anche involontariamente, condizionare chi è chiamato a scegliere. Posso dire che spesso la mia opinione personale ha coinciso con le scelte della giuria, vedremo se sarà così anche per questa edizione».