roberta terracchio

La sua “carriera” da illustratrice inizia nel 2014 con la prima pubblicazione a cura della casa editrice Il Palindromo, “Oltre il cappuccio rosso”, ma la passione per l’illustrazione e il disegno ha origine molto prima. Roberta Terracchio si è sempre chiesta come poter far diventare la sua passione un lavoro. Oggi ha pubblicato con altre case editrici indipendenti siciliane e per il nuovo anno ha in mente di dedicarsi a progetti personali. 

Come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione per l’infanzia?
«Da quando ho memoria ho sempre disegnato. Quando avevo 19 anni, finiti gli studi del liceo, mi sono chiesta come potevo far diventare questa mia passione un lavoro, mi sono quindi iscritta all’Accademia di Belle Arti di Bologna, lì ho avuto la possibilità di approfondire tutti gli aspetti dell’illustrazione e appassionarmi così al mondo degli albi illustrati per bambini e ragazzi. Un mondo magico, quello dei libri e albi per bambini e ragazzi, da cui dovremmo apprendere anche noi adulti».

Cosa significa per te illustrare libri per bambini?
«Illustrare libri per bambini significa non dare nulla per scontato, abbattere i muri, liberare la fantasia, tornare bambina, ecco cosa provo quando illustro un libro per bambini».

DAVIDE E IL MISTERO QWERTYCon quali case editrici indipendenti siciliane hai collaborato? E quali sono le pubblicazioni?
«Ho pubblicato il mio primo libro nel 2014 per edizioni Il Palindromo, una casa editrice di Palermo, la mia città, “Oltre il cappuccio rosso” un libro scritto e illustrato da me, che reinterpreta la storia di Cappuccetto Rosso, un grande classico, inoltre al suo interno si trova l’analisi della fiaba che ho appreso attraverso i miei studi. Nel 2018 e 2019 ho pubblicato con Verba Volant, casa editrice di Siracusa, rispettivamente “Davide e il mistero qwerty” e “Piccolo mago“, due racconti speciali, uno per ragazzi e l’altro per bambini».

Sei nata e vivi a Palermo. Quanto la tua città influenza il tuo lavoro?
«La mia città mi influenza con il suo mare e i suoi paesaggi, soprattutto nei miei progetti personali, dedicati ai buoni propositi, con quel senso di libertà e riscatto».

Cosa ispira il tuo lavoro e le tue illustrazioni? Esiste un’immagine, un autore o un altro illustratore che ti fa da guida o musa?
«Mi lascio ispirare da tutto ciò che mi circonda, dalla vita quotidiana, dai sentimenti più profondi, ma se dovessi scegliere un autore/illustratore a cui mi ispiro direi Benji Davies per i suoi colori e i suoi paesaggi, a Oliver Jeffers per la sua ironia e il suo modo di vedere il mondo, a Beatrice Alemagna per le sue storie meravigliose, ma mi ispiro anche a tanti fotografi e non artisti per fare bene il mio lavoro».

“Buoni propositi” per il nuovo anno? E nuovi progetti?
«Vorrei riuscire a dedicarmi di più ai progetti personali, inizierò un progetto che volevo realizzare da tempo, una newsletter da mandare una volta al mese dove raccontare e raccontarmi. Ho in sospeso una storia, con un autrice, che quest’anno proporremo.
Tra i buoni propositi c’è: tornare in palestra (chi non lo ha nei buoni propositi?); dedicare più tempo a me e ai miei progetti».