Per l’autore Angelo Mozzillo e l’illustratrice Ilaria Perversi è il secondo lavoro in coppia, la loro collaborazione è nata proprio grazie alla passione condivisa per il mondo della letteratura per l’infanzia. “Quanto è piccolo il mondo“, in uscita il 28 novembre con VerbaVolant Edizioni, è un coloratissimo e scanzonato albo che invita i bambini (dai 4 anni in su) a non inseguire la comodità in qualsiasi frangente: le esperienze positive e i grandi insegnamenti spesso nascono dal sacrificio e dalla fatica, solo così si riesce ad apprezzare davvero ciò che di bello ci viene offerto. Non sempre la soluzione più semplice è quella più giusta. Nell’articolo qualche tavola in anteprima per la rubrica #Fuoriscaffale e tre domande all’autore. Ilaria Perversi è stata illustratrice del mese di ottobre, per questo a lei e al suo mondo illustrato è dedicata un’intervista.

Quanto è piccolo il mondo - particolare

“Quanto è piccolo il mondo” è la tua seconda pubblicazione in collaborazione con Ilaria Perversi. Come si “organizza” il lavoro in comunione con un’illustratrice? Nascono prima le illustrazioni oppure il testo? Vi siete ispirati a vicenda?
«Con Ilaria ci conosciamo benissimo. Il mondo della letteratura per l’infanzia l’abbiamo scoperto assieme, almeno quello esplorato dal punto di vista professionale. Condividiamo in partenza molti gusti su trame, colori, atmosfere. Nello specifico, “Quanto è piccolo il mondo” è un albo nato a partire dalla storia. Ma quando ne ho parlato con Ilaria la prima volta è come se avessimo già entrambi capito che tipo di atmosfera volevamo creare. Da un certo punto di vista, il mondo che raccontiamo in questo libro è lo stesso di “Abita qui Mimì?”, il nostro primo lavoro. Ma allo stesso tempo i colori e le atmosfere sono diverse, perché chiaramente sono diverse la storia e le intenzioni. (Fra l’altro, quelli che ci chiedevano come andava a finire la storia di Dante e Mimì troveranno in questo libro un piccolo indizio)».

Qual è la “morale”, l’insegnamento di questo libro?
«Così come in “Abita qui Mimì?” i temi di partenza per questo libro sono il viaggio e la scoperta. Ma se in quello si parlava della scoperta della città, qui abbiamo un po’ alzato il tiro: si viaggia da un capo all’altro del pianeta. Il protagonista è un Gigante lamentoso e giramondo. Lamentoso per natura, giramondo per forza: è così grosso che se con un piede sta in un ghiacciaio finlandese, con l’altro sta in mezzo ai geyser bollenti dell’Islanda. Odia viaggiare per via di tutti questi cambiamenti fra una nazione e l’altra, che lui vive attraverso i suoi piedoni (a Parigi finisce sempre per pungersi con la torre Eiffel, ad Amsterdam deve stare attento a non schiacciare i ciclisti…). Ma quando trova una soluzione scopre che iniziano a mancargli proprio quelle differenze che detestava, e che rendono ogni luogo speciale. Il viaggio diventa in tal senso solo un pretesto per parlare anche d’altro. Potremmo riassumerla così: il libro prova a dire che, per apprezzare veramente determinate situazioni, bisogna stare un po’ scomodi».

Com’è iniziata la collaborazione con VervaVolant Edizioni e cosa significa per te collaborare con una casa editrice indipendente siciliana?
«Nei prossimi mesi usciranno vari libri per bambini scritti da me. Con la stessa Ilaria pubblicheremo a breve una storia dal titolo “Il gallo che aveva un barattolo in testa”. Ma con VerbaVolant è un’altra cosa. La relazione autori/editori è diversa, c’è una base di affetto dovuto all’umanità con cui Fausta ed Elio affrontano la loro coraggiosa impresa editoriale, in un periodo in cui le librerie vengono chiuse – quando non addirittura bruciate. Collaborare con persone di questo tipo fa sempre la differenza anche solo fra il lavorare bene e il lavorare contenti. Con VerbaVolant siamo contenti. E poi, che diavolo, sono i primi che hanno creduto in noi. Il nostro primo albo illustrato è un albo VerbaVolant. Per forza gli vogliamo bene!»

 

Quanto è piccolo il mondo“Quanto è piccolo il mondo”
di Angelo Mozzillo, illustrazioni di Ilaria Perversi

Se ci avete visto in giro, già lo sapete: noi giganti siamo alti, forti e possenti. Ma se c’è una cosa che non mi piace di come siamo fatti è quella di avere due grossi, grossi piedi!

Un po’ strana la vita dei giganti, a pensarci bene. Per loro il mondo è piccolissimo: un passo in qua e sono in America, un passo in là e sono in Australia. Vagano da una terra all’altra, da un continente all’altro in continuazione, lamentandosi di tutto: i numerosissimi ciclisti di Amsterdam, la punta della Tour Eiffel che si infilza sotto ai piedi, l’acqua dei canali di Venezia. Ma forse c’è una soluzione, delle scarpe pensate apposta per loro. Il protagonista di questa storia le prova, poi fa i suoi conti e ci ripensa: che gusto c’è a viaggiare così?