Dal rapporto “viscerale” con la sua città nasce il lavoro di Monica Saladino, illustratrice palermitana che fino ad ora ha collaborato più che altro con case editrici indipendenti siciliane. In questa intervista ripercorre le origini della sua passione fino ad arrivare a progetti odierni, raccontando in cosa consistono i laboratori dedicati ai più piccoli e le sue attività dedicate all’accessibilità ai Beni museali e al diritto alla lettura. In fondo all’articolo una gallery con alcune delle sue illustrazioni.
Essere illustratrice: una vocazione, un lavoro, una scelta di vita? Come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione dell’infanzia?
«Ciao redazione de Lo scaffale indipendente e grazie per l’intervista!
Vocazione e scelta, insieme. L’interesse per l’illustrazione è nato con me, ho amato fin da bambina gli albi illustrati che sfogliavo instancabilmente per poi mettermi a disegnare le storie e i personaggi di quei libri. Durante il percorso accademico, ho iniziato ad approfondire gli studi sull’argomento e la mia ricerca personale ed artistica è andata naturalmente in quella direzione. Oggi mi dedico, con amore ed entusiasmo, all’illustrazione per l’infanzia, perché non mi è mai passata la voglia, di sfogliare Albi e di disegnare storie».
Quanto e come la tua città, Palermo, influenza il tuo lavoro?
«La mia vita è a Palermo, il rapporto viscerale con questa città influisce moltissimo sulla mia ricerca artistica, pregna dei suoi colori, odori, rumori. Probabilmente, non disegnerei così se fossi nata e cresciuta in un altro posto. I miei lavori nascono dall’utilizzo di una tecnica pittorica mista (matite, collage, tessuti, acrilici), dalla contaminazione e dalla possibilità di un coinvolgimento multisensoriale. Nasce sempre tutto dal caos e dalla casualità, disegno ciò che vedo, ciò che amo, come un fotografo distratto ricerco nella mia testa scatti sfocati, cercando di dargli una forma».
Hai pubblicato con alcune case editrici siciliane, quali? Quanto pensi conti il lavoro degli editori indipendenti in questo territorio?
«Le mie pubblicazioni, sono quasi tutte legate a Case Editrici siciliane. Credo che gli editori indipendenti siciliani, siano, quasi sempre, i più attenti ad abbracciare progetti editoriali coraggiosi, nonostante le difficoltà a cui spesso vanno incontro. Il mio primo libro: “Il ritorno di Cappuccetto rosso” di Annamaria Piccione, (autrice e amica siciliana doc.) è nato con VerbaVolant Edizioni con cui ho pubblicato anche “La Bananottera” di Maria Lucia Riccioli; “Monsieur Lavoiser e il segreto della trasformazione” di Cristina Nenna; “La pasticceria della felicità” di Annamaria Piccione.
Un’altra Casa editrice siciliana a cui sono legata è Buk Buk edizioni, con la quale ho pubblicato l’albo illustrato “Un gatto nella valigia” di Annamaria Piccione. Con La Medusa editrice ho pubblicato “L’alfabeto affamato” di Annamaria Piccione; “C’era una casa nel bosco” di Concetta Di Palo; “Una storia a 4 zampe” di Maurizio Giannini. Di Qanat edizioni è “Nel bosco, una sera, ho visto lupi cattivi” di Angela Smorto. L’ultimo libro, uscito a Dicembre 2019, è nato per Edizioni Ex Libris: “Alice in wonderland… a Palermo” di Gino Pantaleone.
Hai qualche nuovo progetto in programma in collaborazione con CE indipendenti siciliane?
«In uscita e in programma ci sono altri progetti editoriali a cui tengo molto e che, spero presto, vedano la luce, con Case editrici indipendenti siciliane e non».
Ci racconti in cosa consistono i tuoi laboratori di arte e narrazione?
Sono strettamente connessi ai miei libri e si articolano in due fasi: la prima è legata alla narrazione della storia, attraverso la lettura animata, la seconda è dedicata invece all’attività creativa del “Fare arte”. Di volta in volta preparo materiali e tecniche di fruizione diverse e accattivanti, per divertire divertendomi. Le storie vengono reinterpretate, i personaggi e le ambientazioni rivisti con gli occhi dei bambini, assumono un’altra forma. Il laboratorio, è un valore aggiunto, un momento di crescita per tutti, è linfa per me che disegno per i bambini e con i bambini, non credo che potrei mai, fare a meno di questo momento che rappresenta la chiusura del cerchio. Scuole, biblioteche, librerie, sono dunque gli spazi eletti per questo percorso di crescita, ambienti di apprendimento in cui, attraverso i libri, possiamo vivere esperienze uniche e straordinarie.
Come scrivi nella tua biografia, ti dedichi ad eventi ed attività laboratoriali, ad alto impatto sociale, relativi all’area tematica dell’accessibilità ai Beni museali e al diritto alla lettura…
Leggere è un diritto per tutti! La mia ricerca artistica, non può prescindere dalla materia, utilizzo materiali accattivanti che si fondono per essere toccati, nascono così, i libri tattili, belli da vedere, con gli occhi e con le mani, sono strumenti importanti che invitano i bambini, vedenti, non vedenti e ipovedenti, a scoprire la storia attraverso l’esperienza sempre unica, della lettura multisensoriale, stimolante per la molteplicità delle chiavi di lettura che offre in cui, elementi emozionali e didattici orientano alla discriminazione tattile di materiali differenti. Così come la lettura, anche l’Arte è un diritto per tutti, quindi, il Museo, come bene comune, deve essere accessibile a tutti! La fruizione dei beni museali, quindi, deve essere integrata da supporti e percorsi tattili e multisensoriali, attraverso i quali, il disabile visivo, possa conoscere il patrimonio museale. Le proposte progettuali e le attività laboratoriali che conduco, hanno l’obiettivo di potenziare l’accessibilità ai Beni Museali ai disabili visivi, attraverso l’esperienza dell’ Arte, per scoprire il Museo attraverso tutti i sensi».