Dalla scienza allo sport, dall’archeologia alla letteratura di viaggio, la produzione editoriale della casa editrice palermitana Antipodes (leggi articolo sulle nuove uscite) è ricca e diversificata grazie alla collaborazione con Enti pubblici e privati e al desiderio di cercare sempre nuovi stimoli e idee. La lettura e così il libro deve inquietare e divertire, deve sorprendere, risponde Vanessa Russo. Convinti dell’importanza dell’editoria non a pagamento, Antipodes è alla ricerca di nuovi scrittori: entro il 28 febbraio è possibile inviare il proprio manoscritto che verrà valutato dalla casa editrice.
Cosa significa essere una casa editrice indipendente a Palermo?
«Palermo è una città meravigliosa ma allo stesso tempo difficile sotto molti aspetti. Lavorare nel campo dell’editoria in questo contesto significa mettere in atto una continua recherche di idee originali e, allo stesso tempo, incoraggiare e sostenere progetti che abbiano come obiettivo la promozione del territorio siciliano. Sebbene si tratti di un’attività in certi casi molto complessa, la collaborazione con i nostri autori e l’impegno a sostenere le loro opere sono per noi una priorità e fonte di grandissima soddisfazione che ogni giorno ci spinge a migliorare il nostro lavoro».
Antipodes e le sue origini: da quale idea nasce e da cosa dipende la scelta di questo nome?
«Il nostro team è stato costituito nel 2012 ma il nome della casa editrice esisteva già. Antipodes deriva da uno dei nostri generi letterari preferiti: la letteratura di viaggio. Le “origini” del nome devono restare però un piccolo mistero…».
Spicca nella pagina Facebook la dicitura NO EAP: quanto è importante per voi essere una casa editrice non a pagamento? È una questione di lealtà e onestà intellettuale verso i lettori?
«Antipodes è una casa editrice non a pagamento. Tutti i servizi editoriali sono a disposizione gratuitamente dei nostri autori. Come si può immaginare, si tratta di una scelta particolarmente impegnativa dal punto di vista economico, ma che con orgoglio rivendichiamo: serve a dimostrare che ciò che noi pubblichiamo è, a nostro giudizio, veramente valido dal momento che investiamo le nostre risorse per la realizzazione, produzione e diffusione dei volumi presenti nel catalogo Antipodes».
Antipodes vanta diverse collaborazioni tra enti pubblici e privati. Quanto e come, queste collaborazioni, influenzano il lavoro della casa editrice?
«Le collaborazioni con Enti sia pubblici che privati sono occasione di arricchimento dal punto di vista professionale e ci consentono di sviluppare il nostro catalogo con pubblicazioni di alta scientificità, sempre in coerenza con le nostre linee editoriali. Un perfetto esempio è la collana Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica realizzato in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo».
C’è una citazione, un autore, un’immagine che rispecchia o è di ispirazione per il lavoro della casa editrice?
«La nostra citazione preferita è “semper parati” valida sempre e comunque! Infatti, cerchiamo di essere costantemente pronti per cogliere l’ispirazione giusta e non lasciarci sfuggire le occasioni quando si presentano».
Avete lanciato una call to action per scrittori: quali caratteristiche cercate in un autore?
«In primis non abbiamo nessun preconcetto e non ci interessa che un autore abbia molta esperienza oppure se si tratti di un esordiente. I testi, per noi, devono saper suscitare emozioni e curiosità in chi legge: commuovere, inquietare, sorprendere, divertire, intrigare e comunque mai lasciare indifferenti. Un buon biglietto da visita è certamente, oltre alla sinossi, una breve lettera di presentazione da parte dell’autore che accompagni la proposta editoriale».