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Presentazione del libro “Nove in un carretto” di Franco Carollo
23 Novembre, 2017 - 17:30 / 20:00
Ingresso libero“Nove in un carretto” è il titolo del romanzo di Franco Carollo pubblicato da Spazio Cultura Edizioni per la collana editoriale Spazio Narrativa. La presentazione è in programma giovedì 23 novembre alle 17.30 a Palermo in via Marchese di Villabianca 102.
Questa storia, scritta all’indomani delle stragi del ’92, è rimasta nel cassetto per oltre 20 anni. Ne esce ora, perché la recente storia di Palermo dimostra che accanto ad un sogno si può vivere. Si può costruire. Presenti all’incontro, oltre all’autore, l’avvocato Lino Buscemi che ha scritto la prefazione al libro e il direttore editoriale Biagio Balistreri.
A Palermo, nel settembre del 1866 si è sparato per le strade e fu cruenta rivoluzione popolare contro la nuova centralistica Amministrazione. E più cruenta soffocazione. Per l’esiguità del tempo della sommossa e per la violenta e sproporzionata reazione poliziesca questo episodio restò -nella citazione degli storici- come “la rivoluzione dei sette e mezzo”. Intesi come giorni.
La storia non storia raccontata da Franco Carollo parte dai giorni successivi a quei “sette e mezzo”. È il “dopo” di alcuni cittadini che accidentalmente non avevano vissuto quei giorni, che erano stati esclusi da quella storia. Quei giorni di fuoco hanno interrotto la sequenza del quotidiano, della cronaca. Fanno del “prima” memoria e del “dopo”fiaba, metafora o progetto politico. Il racconto insinua -nel contesto di quei giorni di sconvolgimenti, di distruzioni, di morti- la voglia di cambiamento.
La capacità di fare crescere, nel bel mezzo di una fuga precipitosa, il desiderio della vita. Nell’arco di una notte alcuni personaggi si muovono in una Palermo illuminata solo dalla luna e convergono verso Palazzo Branciforte, sede del Monte dei Pegni. E lì si nascondono, fra i tesori della piccola gente: biancheria, mobili, forse pure qualche “costume”. E lì si preparano a costruire il loro possibile nuovo giorno. Il linguaggio utilizzato è quasi una contradictio in terminis: per l’ossessiva spaziatura dei periodi e per l’ancor più ossessiva punteggiatura che rinviano alla drammaticità delle pause teatrali, piuttosto che ad una lettura. Non siamo di fronte ad un romanzo storico, piuttosto ad un lungo racconto poetico-politico.