«Vi auguriamo di trovare nella lettura tutto ciò di cui, in questi giorni difficili, avrete bisogno». Non è un momento facile per l’editoria, scrivono gli editori di Mesogea, anche se per l’editoria nulla è mai stato semplice. Mentre le librerie aprono piano piano e iniziano a riaffacciarsi al nuovo mondo, “intanto” consoliamoci con la lettura. La primavera di Mesogea è iniziata con tre nuove novità in catalogo.
Intanto
di Paolo Jedlowski
«Corteggia le tue fonti, inseguile» scriveva René Char. Qui un sociologo corteggia le proprie fonti autobiografiche alla luce di un avverbio, intanto, che «spinge a prendere atto del fatto che nella vita siamo connessi ad altri». Nello spazio ibrido di una scrittura che non osserva rigidamente le regole di un’autobiografia e neppure quelle di un saggio, il racconto del vissuto e le riflessioni che suscita si scambiano continuamente il passo e percorrono Storia e storie, incontrano generazioni e luoghi dell’Italia dagli anni Sessanta ai giorni nostri.
Ossa di Crita
di Massimo Barilla
Le poesie in dialetto reggino raccolte e pubblicate per la prima volta in Ossa di crita sono come pietre di inciampo disseminate lungo un percorso più che ventennale di ricerca e di scrittura che, attraversando il teatro, giunge ai versi. Piccole concrezioni dell’anima, nutrite di parole e visioni terragne, materiali e corporee, in cui sonorità e senso sono intimamente legati. La musicalità non è solo scheletro di questo corpo di terra, ma si fa carne anch’essa, materia sonora vivente nei suoni bassi, nelle cadenze sghembe e dissonanti che chiedono voce per essere vive, per vibrare nella lingua dell’anima e della memoria: il dialetto.
Tutti assenti. Un anno di scuola in campagna
di Davide Ruffini
Romanzo tragicomico che racconta in prima persona la storia del primo anno d’insegnamento di un giovane supplente di Lettere con qualche ambizione artistica e della scuola di campagna dove è approdato. I personaggi che lo animano si muovono sulla pagina come presenze in carne e ossa. Tutti inadeguati, consumati, a volte evanescenti, popolano un mondo rimasto sullo sfondo della modernità, come il bidello-scrittore Celestino (che possiede il dono dello svedere), il professor Sciarra (misogino e intrattabile), la vicepreside (anzi, Arcipreside), gli insegnanti ibernati e i genitori rinunciatari. Tutti assenti con la sua scrittura scanzonata e fortemente umoristica, è stato segnalato alla XXXI edizione del Premio Calvino «per il notevole talento linguistico e per l’acuta intelligenza con cui si tratteggia un disilluso quadro dell’odierna istruzione di massa e, sotto traccia, della società italiana nel suo insieme».