Dopo l’intervista alla libraia di Dudi che ha deciso di non riaprire la libreria nonostante il nuovo decreto abbia dato via libera, ecco il punto di vista di due libraie siciliane che invece hanno riaperto al pubblico.
Si è discusso molto in merito alla riapertura delle librerie, dubitando che si potesse mettere a rischio la salute dei librai e dei lettori. Ci si è focalizzati anche sull’improvvisa attenzione che è stata data al mondo del libro, che storicamente riceve poco sostegno. Il nuovo Dpcm ha dato, quindi, il via libera alle librerie, dando la possibilità di riaprire al pubblico: Alessandra Morace della libreria La Gilda dei Narratori di Messina, spiega perché ha detto “sì”.
Un breve racconto sul primo giorno di riapertura della libreria… Sono accorsi molti clienti/lettori? Hanno rispettato senza difficoltà le misure di sicurezza?
«Il primo giorno abbiamo aperto con grande timore perché abbiamo temuto che l’apertura della libreria diventasse un pretesto per uscire o per incontrare gente. In realtà cosi non è stato perché sono entrati clienti (e quindi lettori) abituali della libreria che effettivamente avevano necessità o comunque avevano contattato la libreria anche per il servizio a domicilio. Si sono concentrate diverse persone fuori dalla libreria perché l’orario stabilito dal Comune è comunque ridotto (9-14) ma, essendo comunque già abituati alle file ordinate dei supermercati, non abbiamo avuto alcuna difficoltà a gestire gli ingressi. La regola delle mascherine, naturalmente, è valida ma per noi è ancora più importante che i clienti indossino i guanti visto che i libri, per loro natura, vanno necessariamente sfogliati. E comunque sono stati messi a disposizione di colore che ne fossero sprovvisti».
Molte librerie hanno deciso di non aprire, nonostante il decreto. Voi avete pensato fosse un’occasione da non perdere per ristabilire il rapporto con i vostri lettori?
«Abbiamo continuato, tramite social, a mantenere giornalmente il contatto con i nostri follower. Ciò nonostante ci sono stati momenti di sofferenza perché consigliare libri su Messanger e su Whatsapp non è stato assolutamente facile. Abbiamo notato particolare disagio tra le mamme con bambini piccoli costretti a casa, per loro è stato molto difficoltoso intrattenerli, senza poter uscire di casa, e speriamo di essere stati di aiuto».
Cosa ne pensate della lettera del gruppo LED pubblicata su minima&moralia?
«Comprendiamo la preoccupazione dei librai delle zone più colpite. Ma un conto è il problema della sicurezza, un altro è la polemica sul Governo, che non si ricorda dei librai se non quando gli fa comodo. La trovo sterile e poco costruttiva. Chi lavora in una libreria sa perfettamente che il nostro è un contributo fondamentale per alimentare una sana società civile. E anzi, ho trovato ridicolo che si fosse deciso di lasciare aperte le edicole e non le librerie perché l’informazione non passa soltanto tramite i canali di stampo giornalistico. Il messaggio che è passato ai più, e che fomenta un tipo di analfabetismo culturale, è che il libro sia esclusivamente un prodotto di svago, accessorio, cosa assolutamente non aderente alla realtà. Il libro è materiale si studio e di approfondimento. E quindi per molti, una necessità. Ho quindi apprezzato la scelta di ripartire proprio dalle librerie che sono, a ben guardare, l’ultimo anello di una filiera importante anche economicamente visto che, tra operatori, case editrici, tipografie e logistica, il mondo del libro pesa qualche milione di euro in più del settore dei quotidiani e otto volte più della filiera del cinema, per fare un esempio… Quindi sì, scegliere di riaprire le libreria l’ho trovata una scelta molto sensata».
Anche La Casa del Libro, libreria di Siracusa, ha riaperto i battenti. Così, Marilia Di Giovanni racconta il primo giorno di riapertura.
Primo giorno di riapertura per La Casa del Libro: com’è andata? Che atmosfera si respira?
«Il primo giorno è stata una festa ritrovare i clienti affezionati dietro la porta: una dozzina di persone ciascuna arrivata in suo momento e quando insieme attendevano il turno senza sforzo. Tre stranieri rimasti bloccati nell’isola, un autore autoprodotto e tanti clienti amici affezionati. Però la gente stava a distanza, e scappava via subito. Dunque non è più lo stesso. Tuttavia è una liberazione poter andare in libreria!»
Pensate che la riapertura delle librerie sia un atto dovuto nei confronti dei lettori o è stata anche una scelta economica?
«Non credo che sposterà di molto le sorti economiche del settore. È un segnale di riapertura alla possibilità di muoversi ed andare fuori casa».
Se dovessimo fosse necessario mantenere le disposizioni di sicurezza attuali, come immaginate il futuro della libreria? Pensate possa essere un grave ostacolo?
«Il futuro è già online».
Librerie di Palermo
A Palermo hanno deciso di riaprire al pubblico la Libreria Europa, Modusvivendi, Nuova Ipsa Libreria, Libreria Interno95 di Bagheria, Spazio cultura Libreria Macaione.
Su tutto il territorio siciliano, indipendentemente dalla decisione di riaprire o mantenere momentaneamente chiusa la libreria, continua il servizio a domicilio per far arrivare i libri direttamente a casa.