Una libreria a “misura di bambino”, dedicata ai loro sogni, alla loro fantasia ed educazione: è sicuramente Dudi dove libraie, educatori alla lettura, lettori, mamme e bambini si incontrano, condividono letture, corsi, iniziative, momenti di “crescita”. Tra le tante iniziative, il club dei lettori di Donatella Carrara (dedicato ai bambini dagli 8 anni in su) in programma il 9 novembre e il 21 dicembre; e quello di Davide Schirò (dedicato ai bambini dai 6 anni in su) in programma il 27 novembre e il 18 dicembre. In questa doppia intervista, spiegano com’è nata la collaborazione con la libreria, ma soprattutto riflettono sull’importanza della lettura per i più piccoli, sulle criticità presenti nel mondo dell’insegnamento e su come instillare nei bambini la passione della lettura senza “imposizione”. Due nuovi punti di vista sul tema della lettura, dopo l’intervista alla psicologa siciliana Eleonora Mangano. Per iscrizioni e informazioni, è possibile visitare la pagina Facebook di Dudi.
(Donatella Carrara) «Sono mamma di due bambini ed impiegata, con la passione per i giochi, i giocattoli, i libri e tutto quello che è relativo alla creatività. Da diversi anni frequento e collaboro con la Libreria Dudi con la quale, circa tre anni fa, abbiamo dato vita al club dei lettori per bambini dagli 8 anni in su. Mi sono avvicinata al mondo della letteratura per l’infanzia ricercando libri per i miei figli fin dai loro primi mesi di vita, la loro crescita è sempre stata accompagnata dalle illustrazioni e dalle letture».
La lettura ha un ruolo importantissimo, dal punto di vista cognitivo è un continuo arricchire il proprio bagaglio di parole e fantasia, imparano ad amare la bellezza della scrittura e delle illustrazioni, senza tralasciare l’aspetto emotivo più volte abbiamo commentato insieme alcuni libri e alcune immagini, ricercando i principali temi trattati come ad esempio l’amicizia, la tenacia, la paura etc. In alcuni libri i bambini riconoscono momenti vissuti personalmente in casa o a scuola, riconoscono e condividono sentimenti e sensazioni».
«Il consiglio fondamentale è non imporre un libro. Se il bambino è agli inizi, intorno ai 6 anni, suggerisco di scegliere i libri adatti all’età. Alcune case editrici indicano l’età in copertina, con caratteri grandi in stampato maiuscolo con poco testo e immagini, verso i 7/8 anni in base al gusto del bambino ci sono dei libri di narrativa con all’interno del testo delle immagini per non stancare il piccolo lettore o dei fantastici graphic novel tanto amati dai bambini del club, ricchi di contenuti e meravigliose illustrazioni. Una volta che il bambino inizierà, sarà in grado di scegliere da solo il suo prossimo libro».
Davide, raccontaci di te. Come sei diventato educatore alla lettura? E come ti sei avvicinato al mondo della letteratura per l’infanzia?
(Davide Schirò) «Dopo anni di esperienza nell’associazionismo antirazzista e pacifista come animatore culturale tra gli adolescenti ho terminato il percorso universitario ed cominciato a lavorare come educatore in comunità di accoglienza per giovani. Sono stati percorsi fondamentali per affinare la mia sensibilità umana e poi professionale. Circa dieci anni fa, per ragioni personali, ho finalmente riconosciuto (e scelto di coltivare) la mia curiosità verso il mondo dell’infanzia superando io stesso luoghi comuni e stereotipi di genere legati a chi si prende cura dei più piccoli. Nel percorso universitario per diventare insegnanti, è imbarazzante il modo in cui si presenta la letteratura per l’infanzia all’Università di Palermo: sembra di essere ancora ai primi del Novecento ed ovviamente sono assenti gli albi illustrati. Fortunatamente ho iniziato presto a lavorare nelle scuole dell’infanzia e lì ho incontrato i primi albi ed il piacere di condividerli con bambine e bambini. Sono insegnante di sostegno e quattro anni fa cercavo un libro che sostenesse un progetto di inclusione per una bambina sorda. Avevo bisogno di aiuto. Sono entrato per la prima volta nella Libreria Dudi per chiedere suggerimenti e letteralmente non ne sono più uscito. È stato amore a prima vista! Prima di andare via avevamo già concordato con Maria Romana Tetamo (la titolare) di realizzare un laboratorio-festa per una bimba ipovedente. Nel tempo Raffaella e Mari mi hanno accompagnato tra gli scaffali scoprendo un mondo in cui mi sono rapidamente perso. Loro mi illuminavano sui classici ed io le pungolavo con le ultime uscite scoperte on-line. Sono diventato “la quota azzurra” di Dudi, quello che si dannava sul perché gli insegnanti fossero così assenti in libreria e specialmente perché i libri (buoni e belli) sono così assenti dalle nostre scuole.
Da due anni coordino e supervisiono i progetti di educazione alla lettura. Mi piace condividere la mia passione per i libri e le storie, con bambini e adolescenti per svariate ragioni e forse anche perché quando ero io piccolo nessun adulto lo ha fatto. Sui benefici della lettura e della lettura ad alta voce vengono pubblicate sempre più ricerche; spesso si sottolineano i risultati legati al “potenziamento cognitivo” che è innegabile ma, per me, non prioritario. Essenzialmente, mi dedico ad educare alla lettura di parole e immagini perché sono convinto che conoscere anche precocemente storie, libri buoni e belli sia fondamentale per sviluppare la capacità di narrare e quindi di narrarsi a se stessi e agli altri. Come e più che per gli adulti leggere permette di vivere più vite, immaginare più mondi, vivere emozioni intense in modo meno caotico del reale. Il mio intento, come di tanti meglio e prima di me, è quello che di creare una realtà più umana e accogliente. Per costruirla è urgente immaginarla. Alcuni libri, possono aiutarci. “Vorrei che tutti leggessero non per diventare letterati o poeti ma perché nessuno sia schiavo”, Gianni Rodari».
Come educare alla lettura i bambini? Come fargli amare i libri senza che diventi per loro una forzatura, un obbligo?
«Continuando a citare Rodari “tutti gli usi della parola a tutti” e tutte. Normalmente io mi dedico ai piccolissimi, ma spesso ho lavorato con scuole primarie e medie. Riflettere sulle parole e sul linguaggio, dimostrare loro che con le parole si può giocare e che tutti hanno le possibilità per farlo è la premessa di qualunque intervento. Sono un appassionato di Nati per leggere e spesso come libreria collaboriamo con loro grazie alla tenacia di Antonella Provenzano che ne è la referente. Dobbiamo riconoscere però che NON SIAMO nati per leggere. Leggere e scrivere comporta una gran fatica. Strutture celebrali e muscolari ancestralmente deputate ad altro devono essere addestrate con il tempo e complessi sforzi a queste due attività. Solo il piacere può giustificare questa fatica. Un’imposizione o compiacere gli adulti è nell’immediato ingiusto e alla lunga controproducente. I più piccoli questo lo sanno molto bene e dovremmo ascoltarli di più.
Provando a rispondere alla tua domanda… leggere, leggere, leggere. Bei libri, bei libri, bei libri. E infine come sempre in educazione: essere da esempio. Se ci vedono più tempo davanti ad uno schermo che davanti ad un libro… di che ci lamentiamo?
La lettura ad alta voce è un dono. I genitori e care-giver non dovrebbero mai smettere di farlo. Tante insegnanti si lamentano delle difficoltà nel far leggere i propri alunni. A seconda del grado di umiltà, sincerità e senso di responsabilità di chi ho davanti comincio a porre loro alcune domande: quanti minuti al giorno legge in classe? Quanti libri sono realmente disponibili in biblioteca di classe/scuola? Di questi, quanti libri lei ha letto interamente? Propone di leggere un libro per tutti o un libro differente per ciascuno? Associa sempre la lettura a delle schede di comprensione?
Durante l’iniziativa Io leggo perché abbiamo accolto in libreria centinaia di studentesse e studenti della primaria. È stato divertente chiedergli perché i libri possono essere antipatici o se un libro senza parole è lo stesso un libro. Alle insegnanti ho concesso il lusso di non rispondere alle mie domande antipatiche ma a patto che ascoltassero con attenzione le risposte dei più piccoli».
Tre libri, pubblicati da case editrici indipendenti siciliane che utilizzi nei tuoi laboratori di lettura o che consiglieresti ai bambini.
«Penso subito a due libri pubblicati dalla casa editrice palermitana Glifo Edizioni. I loro titoli vanno dagli albi illustrati ai libri di inchiesta antimafia passando per Betulla, le preziose agende d’artista. Un libro che porto sempre con me è “Si può dire senza voce” scritto da Armando Quintero e illustrato da Marco Somà, vincitore del premio Andersen 2019. Perfetto “Libro della buonanotte” si presta anche a letture più vivaci e coinvolgenti. Recentemente l’ho letto a più di cinquanta bambini e rumorosi genitori, ed è stato un successo. Anche in questo caso un apparente paradosso: educare alla lettura soffermandosi su ciò che può dirsi senza le parole. “Nonno Albero“, scritto da Maria Romana Tetamo e illustrato dalla palermitana Laura Proietti, è un libro che non ho apprezzato immediatamente. Leggendolo nelle scuole, dall’infanzia alla primaria, e ascoltando così commenti dei critici più esigenti, ho imparato ad amarlo. Questo libro mi piace così tanto che ho chiesto all’editrice di stamparne, in esclusiva, una versione per Kamishibai. Il terzo libro che suggerisco (in realtà viaggiano in coppia) arriva da Catania. “I miti in Sicilia” (primo e secondo volume) di Riccardo Francaviglia e pubblicato da Splēn. Perfetto per le ultime classi della scuola elementare, non solo ci ricorda che la maggior parte dei miti greci si svolgono nella nostra isola ma grazie ai testi non edulcorati e alle immagini graffianti, è apprezzatissimo da giovani lettori e lettrici».