La letteratura ci insegna la libertà, compresa quella di non leggere: il libraio Angelo Orlando Meloni ha le idee chiare sulla lettura e sulle classifiche che contano sempre un minor numero di lettori, soprattutto in Sicilia, soprattutto giovani. La verità? Chi vuol leggere, legga. La nota positiva è che tra i più fidati clienti de La Casa del Libro di Siracusa si contano molti ragazzi, in barba proprio a quelle classifiche. Definita di diritto una delle librerie storiche siciliane, La Casa del Libro ospita anche molte pubblicazioni indipendenti, nella ferma convinzione che si debbano offrire letture di qualità. Uno dei vantaggi di essere una libreria indipendente, in fondo, è proprio questa puntualizza il libraio: poter scegliere cosa vendere, cosa esporre tra gli scaffali e cosa invece rifiutare.
Quando nasce La Casa del Libro, da quale “spinta” o desiderio?
«La Casa del libro Rosario Mascali nasce nel 1930, tanto che siamo stati dichiarati “libreria storica”, siamo una specie protetta. Insomma, è una storia ricca e complicata e per raccontarla tutta, e per raccontare tutti gli scrittori che sono passati dalle nostre parti (cito solo Sciascia, Vittorini e Pasolini, ma la lista sarebbe lunga), ci vorrebbe una “puntata” a parte. Facciamo così: siete tutti invitati per la festa del centenario, nel 2030».
Cosa significa essere una libreria editrice indipendente? Come combattere o sopravvivere alle grandi catene?
«Significa essere più liberi di fare certe cose, forse, di scegliere quali libri mettere in vetrina e cosa vendere e quali rifiutarsi di ordinare perché non ci sembrano interessanti. Bisogna anche dire che la contrapposizione indie-mainstream regge fino a un certo punto. Noi per esempio non siamo integralisti e sui nostri scaffali puoi trovare i libri di Einaudi e i libri di Del Vecchio editore, per fare un esempio. Cerchiamo di offrire volumi di qualità, questa è la nostra politica. E poi ricordiamoci che se lo stesso libro viene prima pubblicato da Rizzoli e poi da minimum fax, come “Kamikaze d’occidente” di Tiziano Scarpa, cosa succede, che il suo contenuto prima è mainstream e poi è alternativo? ‘Sti libri sono forse transustanziali? Come vedi, è difficile tracciare una linea netta e per questo noi preferiamo concentrarci sulla qualità più che sulla provenienza e speriamo che questo lavoro continuo di cernita, ricerca e selezione continui a interessare i nostri lettori, come è accaduto fino a ora».
Che rapporto avete con le case editrici indipendenti siciliane? Quali ospitate in particolare?
«In genere abbiamo ottimi rapporti. Penso a case editrici come VerbaVolant, Lettera 22, Splēn, Navarra, Il Palindromo, Glifo, Kalós, Cavallotto, Flaccovio, Mesogea, Rossomalpelo, Corrimano e non vorrei dimenticare qualcuno (se l’ho fatto perdonatemi). Ma in genere nella nostra libreria c’è sempre spazio e attenzione per l’editoria siciliana di qualità perché cerchiamo di offrire ai nostri amici lettori qualcosa di diverso dalla solita zuppa».
Editoria a pagamento. Qual è la vostra idea in merito?
«Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma noi pensiamo che pagare per pubblicare il proprio lavoro letterario non sia una grandissima idea, perché dovrebbe funzionare al contrario e le scorciatoie possono essere controproducenti. Chi vuoi che si fidi di uno scrittore che ha pagato per pubblicare? Se sapessi che il tuo ingegnere ha pagato per passare gli esami, gli faresti progettare casa tua?»
Le classifiche vedono la Sicilia sempre in basso quando si parla di lettura. Davvero la lettura è una pratica che sembra esser di moda? C’è poco interesse? Come catturare nuovi lettori?
«Questo è un problema enorme, molto più grande di noi, che ha a che fare con uno stravolgimento epocale (si legge meno perché ci sono i telefilm le serie i videogiochi internet, eccetera), oltre che con il fallimento dell’istruzione di massa (se colleghiamo il problema anche con il fenomeno dell’analfabetismo di ritorno). Come dici tu, non solo si legge pochissimo, ma quelli che leggono a volte leggono solo perché qualcosa è di moda e poi stop, finisce lì. Però non dobbiamo mai dimenticare che leggere è un atto di libertà e quindi: che ognuno faccia quello che più gli garba, noi non facciamo la morale a nessuno. Se una persona vuole leggere un solo libro e il resto del tempo dedicarsi alla danza metal astrale o ai tuffi dal trampolino, be’… non saremo certo noi a criticarlo. La letteratura in primo luogo ci insegna la libertà, compresa quella di non leggere o di leggere solo quello che ci va, non dovremmo mai dimenticare questa lezione. Poi… poi… c’è una parte di lettori che invece legge senza farsi troppe pippe, solo perché gli piace. Questi sono i nostri migliori amici e più fidati clienti. E tra di loro ci sono molti ragazzi, perché non so cosa dicano le statistiche in proposito, ma da noi vengono un sacco di ragazzi estremamente interessati e motivati. Inutile dire che tutto ciò ci riempie di gioia».
Tre libri, pubblicati da case editrici indipendenti siciliane, che consigliereste (o che consigliate solitamente) ai vostri lettori.
«”Tutte le sue grandezze” di Marco Vespa (pubblicato da il Palindromo), autore raffinatissimo che ha un solo difetto: aver scritto troppo poco; e poi due libri per ragazzi: “La città delle meraviglie” di Annamaria Piccione e Stefano Amato (Splēn edizioni) e “Archimede, una vita geniale” di Giuseppina Norcia (VerbaVolant edizioni). D’altronde l’avevo già detto che da noi alla Casa del libro, in barba alle statistiche apocalittiche, vengono un sacco di ragazzi…»