Dalla macchina da scrivere al computer, dalla carta al web, fino ai social network: storie di donne appassionate e instancabili, donne inguaribilmente innamorate del proprio mestiere, ma soprattutto precarie, perché «non ti ci vedi a timbrare un cartellino, a seguire orari fissi, ad accumulare giornate sempre uguali. Vuoi alzarti la mattina e incontrare il mondo». È la stampa, bellezze!
Professione: giornalista.
Il mestiere più bello del mondo, ma anche quello più difficile. Soprattutto se sei una donna, perché nonostante i tempi siano cambiati (o forse no?), spesso le donne si ritrovano intrappolate in ataviche considerazioni e luoghi comuni. Ma è normale essere attratte e soddisfatte di un lavoro “a perdere”? Bisogna raccontarla, questa passione. Da questo dipende la scelta di Giusi Parisi, curatrice del libro pubblicato da Edizioni Leima, che ha coinvolto diciassette donne, diciassette giornaliste.
Non c’è spazio per le indecisioni, per le pause di riflessione, il giornalismo è un treno in corsa da cui non vorresti mai scendere. E loro non lo hanno fatto: nonostante il precariato, la mancanza di una stabilità economica, nonostante il dover sempre dimostrare, inseguire, raccogliere sconfitte (ma anche soddisfazioni), nonostante il loro “barcamenarsi” – come scrive Totò Rizzo – a cui le femmine sono abituate più dei maschi. Nonostante il dover fare i conti con una cultura che considera certi “ruoli” prerogativa prettamente maschile. “È la stampa, bellezze!“.
Hanno fatto una scelta precisa e, consapevoli dei rischi e delle tasche vuote, perseguono un sogno cercando di nutrirlo di fatica, di speranza, trovando compromessi e consumando suole alla ricerca di qualcosa in particolare: una storia da raccontare. Nessun piano B è riuscito e riesce a vincere il confronto con una vita sulla strada, a caccia di segnali da catturare, dettagli da annotare. Nessun amore è più forte del giornalismo, perché scrivere è innamorarsi. Diciassette donne che condividono la stessa “malattia” da cui sono sicure di non poter (né voler) guarire. Ma non solo, condividono anche l’amore per una terra difficile e allo stesso tempo ricca, irrinunciabile. La Sicilia.
Chi in questo luogo è nata, chi invece l’ha scelta come terra di approdo del proprio viaggio alla ricerca dell’America, la Sicilia è un amore inspiegabile che scorre nelle vene. Di questa terra raccontano le storture e il fascino, i disagi e le bellezze, con il desiderio di migliorarla e di aprire una breccia nella coscienza dei lettori.
La forza di questa antologia è quella d’aver spogliato queste donne (è necessaria la puntualizzazione: senza malizia!) dalla definizione, dalla sigla che si legge in fondo ai loro articoli (grande fonte di emozione, soddisfazione, orgoglio…). Perché oltre le sigle, i titoli, oltre il precariato, c’è di più: ci sono loro, le “bellezze” della carta stampata e non solo, donne che hanno iniziato dalla macchina da scrivere e che oggi si sono dovute approcciare a nuovi strumenti. Con la loro storia personale e i sacrifici quotidiani, con la tipica “solitudine del giornalista” che non ha ferie, vacanze, non ha scuse. Loro che di dubbi ne hanno ogni giorno su quale parola usare, quale indizio approfondire, quale sentiero seguire, ma non sul loro mestiere.
«Può cambiare il mondo, una parola, ne sono sempre stata convinta, ed è quando non urlata ma precisa, scelta con cura, chiara, che fa più rumore. Cercare di raccontare la realtà, mettendo insieme migliaia di tessere con la consapevolezza che ne mancherà sempre qualcuna e che il quadro non sarà mai completo – la realtà mica si fa imprigionare –, nella speranza che quel buco riesca a riempirlo il lettore con la sua cultura, la sua sensibilità, il suo senso critico, è una specie di patologia.»
Le autrici: Alessandra Bonaccorsi, Donata Calabrese, Maria Teresa Camarda, Jana Cardinale, Federica Di Gloria, Ambra Drago, Giada Drocker, Sandra Figliuolo, Laura Grimaldi, Giada Lo Porto, Isabella Napoli, Giusi Parisi, Paola Pottino, Pierelisa Rizzo, Laura Spanò, Daniela Tornatore, Simonetta Trovato.