Un’attenzione particolare verso la saggistica e la narrativa di impegno civile, a partire dall’idea che la lettura sia un grande strumento nel formare le coscienze: Navarra Editore, sin dalla sua fondazione nel 2007, riserva uno sguardo particolare nei confronti dei fenomeni e dei cambiamenti sociali, delle figure che hanno cambiato la storia siciliana, che hanno fatto “Storia con la propria storia” come Peppino Impastato. Nell’intervista, Ottavio Navarra, racconta perché ha scelto Palermo come città in cui fondare la sua “bottega”, dove la scrittura e i libri nascono da stimoli sempre nuovi, da un’urgenza di raccontare che spesso è sinonimo di una resistenza culturale: per riportare in campo storie che si sono perse, dimenticate, o semplicemente storie che stanno a cuore allo scrittore.
Cosa significa essere una casa editrice indipendente oggi?
«Una casa editrice è un laboratorio di cultura; a me piace definirla una “bottega artigianale”, dove con amore e passione si lavora sulle parole, sui libri, sulle storie. Una casa editrice, oggi, è anche e soprattutto un presidio di resistenza culturale, un luogo in cui l’apertura a stimoli sempre nuovi è linfa vitale, necessaria e imprescindibile».
Cosa significa esserlo a Palermo?
«Palermo è il luogo in cui ho scelto di svolgere il mio lavoro editoriale, una città stimolante e affascinante, con un pubblico di lettori attivo e pronto a farsi coinvolgere; non a caso, qua a Palermo si svolge “Una marina di libri”, il festival del libro che curo, insieme alla mia casa editrice, al CCN Piazza Marina & Dintorni e a Sellerio, da nove anni».
Scegliere un manoscritto: quali caratteristiche cercate in un autore?
«La nostra casa editrice ha da sempre riservato una grande attenzione agli autori emergenti: lo scouting è una parte fondamentale, interessante e stimolante, del nostro lavoro. In uno scrittore cerchiamo la voglia di narrare, l’umiltà di mettersi in gioco, l’urgenza di raccontare una storia che gli sta a cuore».
Esiste un autore o una figura che rispecchia o ispira il lavoro della casa editrice?
«Fin dall’inizio della nostra attività, Peppino Impastato è stata una figura di riferimento, quasi un nume tutelare; la sua potenza espressiva, la sua onestà intellettuale, il suo impegno civile e sociale sono per noi un modello, raccontare la sua esperienza umana e politica una delle nostre chiavi per coltivare la memoria. A lui abbiamo dedicato il bookshop #nelnomedipeppino che gestiamo a Casa Memoria a Cinisi».
Un libro in particolare ha rappresentato un punto di svolta, una scoperta, un orientarsi verso orizzonti nuovi?
«Nel 2011 la pubblicazione di “Scimmie” di Alessandro Gallo, primo romanzo di un giovane esordiente che raccontava la camorra, arrivato a noi tramite il concorso letterario “Giri di parole” che abbiamo curato per anni, ci ha aperto nuove prospettive nel dialogo con gli adolescenti, fascia di età a cui non ci eravamo ancora approcciati. L’attività di promozione del libro con incontri nelle scuole ci ha aiutati a creare un canale preferenziale di confronto con una fascia d’età fondamentale: siamo dell’idea, infatti, che la lettura sia uno strumento ineguagliabile nel formare le coscienze».
Prossimo libro in uscita.
«La nostra casa editrice è una fucina di idee: al momento, dunque, abbiamo molti progetti in ballo; uno di questi è la “Guida alla Sicilia inaspettata” che curerò personalmente: un testo particolare, non la classica guida sui luoghi famosi della Sicilia, ma il racconto di tante realtà “visitabili” che ci accompagnerà dentro un’isola sconosciuta a molti, anche a tanti di coloro che la abitano».